L’area salentina è un territorio ricco di tesori tutti da scoprire. E tra un scorcio balneare e un tratto che si presta alla movida più sfrenata è possibile scovare persino dei siti incontaminati dove si può avere un contatto diretto con la natura circostante. Strutture ed ecosistemi curati in ogni minimo particolare affinché il visitatore di turno viva un’esperienza sensoriale semplicemente unica; e che con il suo bagaglio di ricordi, riesca ad acquisire la giusta consapevolezza per sensibilizzare e sensibilizzarsi verso una tematica divenuta, ormai, cardine per il futuro del pianeta. Quindi, per questi e per altri motivi, la Riserva Naturale Le Cesine del WWF supporta con forza questa missione trasversale proponendo uno scenario mozzafiato.
Situata nel comune di Vernole, il luogo in questione vanta un nome la cui origine resta incerta. C’è chi sostiene che derivi dal latino segine, termine ricavato a sua volta da seges, ossia zona paludosa e incolta; altri, invece, presumono che la matrice etimologica risieda nel termine latino caedere (tagliare) per identificare l’antica pratica di recidere gli alberi per rendere coltivabili alcune zone. Un dibattito interessante, a conferma del fascino multicanale di un contesto a dir poco accattivante.
La storia di una palude diventata zona a protezione speciale
In passato, la Riserva Naturale Le Cesine era una sorta di palude malsana che minava l’agricoltura (oltre che la produttività) del Salento. Nel corso dell’Ottocento si decise, quindi, di bonificare l’area per trasformarla in un sito coltivabile e debellare la malaria che lì, purtroppo, proliferava in maniera sconsiderata a causa della zanzara anopheles. Un duplice obiettivo lodevole portato avanti mediante la canalizzazione del terreno e la predisposizione di alcuni pozzi capaci di conservare una certa quantità d’acqua per i momenti di necessità. Inoltre, la collocazione di un impianto costituito da specie arboree adatte ad assorbire l’acqua creò i presupposti per la fertilità del terreno e la crescita, in parallelo, delle piante appartenenti alla macchia mediterranea.
A seguito, poi, di un drammatico sterminio di oltre 5000 animali, in Italia – così come nel resto del mondo – si pensò di correre ai ripari istituendo luoghi di maggior tutela per le razze di qualunque tipo. E nel 1979, Le Cesine diventarono Oasi WWF per poi elevarsi, un anno dopo, a riserva naturale con il compito di valorizzare la zona protetta. Le continue ricerche e operazioni di osservazione dell’organizzazione mondiale per la conservazione della natura hanno fornito il là per altri riconoscimenti di spessore. Con gli status di Zona a Protezione Speciale e di Sito di Importanza Comunitaria, la riserva ha raggiunto un livello indiscutibile che la rende un autentico punto di riferimento del settore.
Flora e fauna della Riserva Naturale Le Cesine
Entrando nel dettaglio delle specie presenti nel parco salentino, il mix di habitat presenta una combinazione di ambienti naturali e seminaturali. A questi, tra l’altro, si aggiungono quegli spazi antropici che sono fonte di nutrimento per gli animali che popolano l’oasi. Il litorale che costeggia il parco presenta numerose piante dunali come il giglio, la ruchetta marina, il ginepro fenicio e la salsola; la zona ciottolosa, da par suo, palesa la piantaggine e il finocchio marino. Una varietà, quest’ultima, che si può trovare anche nel meraviglioso Parco Naturale di Porto Selvaggio di Nardò. E per quanto riguarda la zona boschiva, qualsivoglia turista avrà l’occasione di incrociare il frangivento, il cipresso, il pino marittimo e la quercia vallonea; stesso dicasi per le porzioni riservate alla macchia mediterranea e alla vegetazione palustre, dove si trovano il mirto, la quercia spinosa, l’iris giallo e la campanella selvatica.
In merito alla fauna, qui trovano rifugio numerose specie. Talvolta, alcune di esse, sono molto rare; e ciò non fa che testimoniare la rilevanza di un sito dal respiro internazionale. Basti pensare alle farfalle che si librano in volo durante il periodo primaverile; oppure, agli anfibi come il rospo smeraldino e la raganella che, con la loro presenza, rendono l’atmosfera decisamente suggestiva. Non mancano, poi, alcuni rettili quali la testuggine palustre, il serpente, la vipera e il ramarro, poli di attrazione per le visite guidate praticabili durante tutto l’anno.
Un’occasione imperdibile, quindi, per grandi e piccini di ogni fascia di età.
Come raggiungere la Riserva
Per raggiungere la Riserva Naturale Le Cesine è necessario percorrere la SP 366 in direzione Vernole, superata la zona Campo Verde è visibile sulla sinistra un piccolo piazzale dove è possibile archeggiare l’auto e proseguire a piedi.
Partendo dal parcheggio, si potrà percorrere la strada segnalata per visitare tutto il parco, fino a raggiungere la spiaggia incontaminata. L’intero percorso è di circa 4km, puoi raggiungere il parcheggio indicato cliccando sul seguente link: