Le Tavole di San Giuseppe sono un’antica tradizione che rivive a tutt’oggi in alcuni paesi dell’entroterra salentino, come Uggiano la Chiesa, Minervino, Giurdignano.
Proprio da Giurdignano sembra partire l’iniziativa di riproporre ancora oggi questa antica tradizione risalente nel tempo.
La tradizione delle Tavole di San Giuseppe affonda le proprie origini in epoca medioevale e di quel tempo sente ancora una forte influenza, sia per le modalità di festeggiamento che per le pietanze che imbandiscono le Tavole.
Secondo la tradizione, ogni anno, nel mese di marzo e, in particolare, il 18 e 19, in occasione della Festa di San Giuseppe, si rinnova l’evento dettato da carità verso il prossimo e devozione verso il santo; alcune famiglie del paese aprono le porte delle proprie abitazioni lasciando entrare i viandanti per poter assaggiare le pietanze esposte sulle tavole.
Ogni pietanza ha un suo significato simbolico: i grossi pani circolari con al centro un finocchio e un’arancia, la pasta e ceci che evoca i colori del narciso, tipico fiore primaverile, i lampascioni che indicano il passaggio dall’inverno alla primavera, il cavolfiore che ricorda la verga di San Giuseppe e il pesce fritto che simboleggia il Cristo. Infine, viene usato anche dello stoccafisso che, in epoca medievale, rappresentava il pasto della festa.
La famiglia che organizza la Tavola invita delle persone che rappresentano la Sacra Famiglia che banchetta. Il pranzo inizia quando San Giuseppe batte un colpo di verga sul pavimento e si interrompe quando lo stesso chiede la parola per recitare una preghiera.