Chiamato anche mortella, è denominato Myrtus communis dal botanico e medico Carlo Linneo nella sua opera Systema Naturae. Originario della Persia ed Afghanistan, il mirto è una pianta a forma di cespuglio, che cresce fino ai 3 metri di altezza nella macchia mediterranea. Essendo sensibile al freddo, questa pianta cresce in zone calde e miti. Nel Salento, quindi, lo troviamo nei litorali, siepi e boscaglie tra Mancaversa, Punta Pizzo per poi proseguire fino al mare di Leuca. Le foglie, dal colore verde intenso, emanano un profumo aromatico. I fiori, dal colore bianco roseo, sono delicatamente profumati. I frutti prodotti sono bacche che in autunno si colorano dal blu al nero violaceo.
Proprietà terapeutiche
Questa pianta contiene alte quantità di mirtolo, un olio essenziale un tempo utilizzato nella cura della malaria, tannini e resine che le conferiscono molte proprietà terapeutiche. Infatti possiede virtù antinfiammatorie, balsamiche, astringenti e antisettiche. Nella fitoterapia viene utilizzato per le affezioni del sistema respiratorio, come sedativo in caso di bronchite e nel trattamento di disturbi digestivi. Ma non solo, questa pianta viene utilizzata anche nella fitocosmesi, nella produzione di creme e detergenti intimi, in quanto ristabilisce l’equilibrio della pelle grazie alle sue proprietà toniche e antisettiche. Nell’antichità veniva utilizzata per curare la cistite e la gastrite.
Il tannino, che tesoro!
Il tannino, composto fenolico idrosolubile, è una sostanza chimica che si trova negli estratti vegetali, prevalentemente presente nella corteccia degli alberi e nelle piante. Questa sostanza è sintetizzabile, quindi riproducibile anche in laboratorio. Il ruolo del tannino è di difendere la pianta dagli erbivori, in quanto le conferisce un sapore amarognolo, dunque meno appetibile, lo stesso sapore che si potrebbe percepire masticando una foglia di te o mangiando i vinaccioli dell’uva. A ragion veduta, la pianta si conserva sempre sana. Inoltre i tannini svolgono una potente azione astringente ed antinfiammatoria, nel trattamento della diarrea fungono da vasocostrittori e nel trattamento delle emorroidi da anticoagulanti.
Tradizione legata alla raccolta del Mirto in Salento
La tradizione vuole che nel Salento le bacche vengano raccolte l’8 dicembre, il giorno dell’Immacolata Concezione. A Manduria vi è un detto popolare “ti la Mmaculata la murtedda è maturata”, per indicare che la mortella, o mirto, arriva a sua completa maturazione nei primi giorni di dicembre, durante il periodo dell’Immacolata. La devozione alla Madonna Immacolata ha un’antica origine che nasce a Manduria nel lontano 1600, diffusa poi in tutta Europa, quando i fedeli rivolgevano la loro devozione alla Madonna Immacolata con la pratica del digiuno, chiamato “digiuno a pane ed acqua”, per ringraziare la Madonna del gran numero di miracoli ricevuti.
Vi è un prezioso manoscritto, il Libro magno del digiuno, risalente al 1678, che testimonia la pratica e propagazione di questa devozione. In questo manoscritto sono annotati tutti i nomi delle persone, famiglie, città, paesi e casali, provenienti prevalentemente da Napoli, ma anche dalla Spagna e Francia, iscritti alla pratica del digiuno a pane ed acqua in onore della Beata Vergine Maria, originario proprio di Manduria. La Chiesa dell’Immacolata di Manduria conserva una copia di questo manoscritto in forma iconografica. Si narra che a Martano nel novembre del 1787 un uragano colpì violentemente il paese, scoperchiando ed allagando le case. I martanesi decisero così di ringraziare la Beata Vergine Maria col digiuno alla vigilia della festa, durante il quale era possibile mangiare solo una piccola forma di pane con le olive, la pucceddha. Il giorno successivo al digiuno si era soliti consumare pietanze povere come la puccia con le olive, le pittule o pettole, la pasta con acciughe e mollica di pane fritta. Questa tradizione gastronomica in onore della festa dell’Immacolata Concezione si ripete ancora oggi in tutto il Salento.
Preparazione del Liquore al Mirto nel Salento
Nel Salento viene prodotto il liquore al mirto artigianalmente e in modo naturale, di autentica qualità, senza aromi chimici e sostanze artificiali. La raccolta delle bacche come tradizione vuole, va fatta durante il periodo dell’Immacolata, quando i frutti raggiungono la completa maturazione, scegliendo accuratamente le piante più tenere e profumate.
Ricetta del liquore di Mirto:
L’antica ricetta del liquore al mirto non ha molti ingredienti ma necessita di tempo per poter appagare i nostri curiosi palati:
- Mettiamo a macerare 1kg di sole bacche ed un rametto intero (senza togliere le foglie e il legno) in 1 litro di alcool a 90° all’interno di un recipiente in vetro a chiusura ermetica;
- Lasciare in infusione per 40 giorni, scuotendo di tanto in tanto il composto;
- Trascorso il periodo di infusione, prepariamo lo sciroppo facendo bollire 400g di zucchero in un litro di acqua e facciamo raffreddare;
- Con uno schiacciapatate, schiacciamo le bacche di mirto e filtriamo il composto con un canovaccio di lino;
- Aggiungiamo l’alcool aromatizzato dall’infuso di bacche e mescoliamo;
- Dopo aver riposato per circa 2 mesi sarà pronto per essere gustato in qualsiasi momento.
Si potrà assaporare il suo gusto deciso e allo stesso tempo delicatamente fruttato, ogni sorso vi condurrà nella macchia mediterranea del Salento, tra le bacche blu care agli dei.