La lavorazione della Terracotta è una della arti più antiche del Salento, la produzione di ceramiche e terrecotte inizia nel terzo millennio a.c., come possiamo riscontrare visitando uno dei tanti musei del Salento, dove è possibile ammirare infiniti reperti archeologici risalenti anche a questa data remota che testimoniano la primitiva e già intensa attività sociale e commerciale del Salento.
La manifattura antica ha prodotto soprattutto un numero considerevole di vasi di tutte le forme e dimensioni, che si distinguevano per il loro valore d’uso. La più famosa ed usata all’epoca, il “Cucco”, piccola brocca con un solo braccio che serviva per versare l’acqua. Invece, per la raccolta dell’acqua dalle fontane, compito che spettava alle donne, veniva usato l’”Orcio” , una brocca di dimensioni modeste e con due manici per facilitare il trasporto sul capo. Tra i recipienti più grandi, troviamo la “Fiasca”, un fiasco rudimentale con un solo braccio e ricoperto da un involucro di vimini, i “Minzani”, che serviva per conservare l’olio, le “Capase”, in terracotta smaltata, erano destinati a conservare gli alimenti, le “Pignate”, piccoli contenitori che servivano e servono ancora e cuocere i legumi vicino al fuoco, infine i “Trimmuni” e il “Limmo” impiegati sempre per usi domestici.
Accanto ai recipienti e agli oggetti di uso domestico nati nel periodo messapico, col passare dei secoli la produzione di Terrecotte del Salento si è arricchita di tanti altri piccoli prodotti e giochi come fischetti, campanelle e personaggi, i così detti “pupi”, per i presepi.
Diffusa un po’ in tutta la provincia di Lecce, la produzione della ceramica e della terracotta ha la sua massima diffusione oggi nelle zone di Lecce, San Pietro in Lama, Cutrofiano, Ruffano e Lucugnano.